

L’impennata dei prezzi delle materie prime energetiche e la conseguente inflazione si stanno abbattendo sui bilanci delle aziende e rischiano di travolgere anche le sale giochi. L’aumento delle bollette diventa sempre più insostenibile e potrebbe portare al rallentamento, se non addirittura alla chiusura, di tante attività.
Stando a quanto viene riportato da Agipronews – agenzia di stampa per giochi e scommesse – nei prossimi mesi, secondo l’Ufficio Studi di Confcommercio, sono a rischio circa 120mila imprese del terziario di mercato e 370mila posti di lavoro. Fra i settori più esposti ai rincari energetici, anche 14mila punti specializzati nella vendita di giochi pubblici: sale slot, Bingo e agenzie di scommesse.
Un addetto ai lavori ha parlato proprio con i colleghi dell’agenzia, svelando quali sono i principali problemi da affrontare in questa fase. Queste le sue parole: “I maggiori costi delle bollette sommati alla situazione di crisi economico-finanziaria successiva alla pandemia, senza interventi di sostegno, come ad esempio il credito di imposta o prezzi calmierati, potrebbero costringere all’interruzione dell’attività almeno il 15% dei punti vendita”.
Rincari bollette, Agisco alza la voce
A prendere la parola è stato anche Maurizio Ughi. Il vicepresidente di Agisco ha fatto capire che i rincari sono significativi. “Con la componente bloccata sono aumentati i rincari, ma in altri casi abbiamo avuto bollette raddoppiate o triplicate. Per un’agenzia di 250 metri quadrati con sala fumatori siamo su una media di 4.500/5.000 euro, che per ora sono ammortizzati dalle misure del governo, altrimenti sarebbero insostenibili”.
Salvatore Barbieri, presidente di Ascob, Associazione Concessionari Bingo, snocciola altri dati: “Se una sala bingo pagava 9.800 euro di corrente elettrica nel mese di luglio 2021 ora è costretta ad affrontare una spesa di 32.600 euro. La bolletta è più che triplicata. L’aumento è ancor più importante se si possiede più di un locale autorizzato. Ad esempio, quattro sale Bingo davano una spesa di 75.000 nel luglio 2021, ora si è passati a 276.000 mila euro”.
Ma quali sono le soluzioni? Ughi prova a proporne una su tutte: “Lo Stato deve continuare a ridurre la tassazione sulle bollette dell’energia. Dal canto degli addetti ai lavori si possono valutare alcune regole di buona condotta. Ad esempio spegnere le insegne luminose e le apparecchiature non necessarie in concomitanza con gli orari di chiusura, ridurre l’intensità luminosa del punto vendita e ridurre in modo significativo l’illuminazione in ambienti poco frequentati”.
Una sola cosa è certa: la crisi è aperta.
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Fonte immagine: Twitter