

Il Casinò di Sanremo sarebbe stato truffato da un suo dipendente. Un caso incredibile, sul quale la polizia continua a indagare. Tuttavia le prove raccolte in questi mesi sembrano essere schiaccianti nei confronti del soggetto in questione. Nel frattempo la sala da gioco ligure è subito corsa ai ripari e ha proceduto con il licenziamento del dipendente, che svolgeva la mansione di preparare le carte per i tavoli di Punto Banco.
Non ci sarebbe però solo l’esecutore materiale al centro di questo vero e proprio scandalo. Con lui, infatti, sarebbero finiti nel registro degli indagati anche quattro clienti abituali. Questi sono visti dalle forze dell’ordine come veri e propri complici del dipendente del casinò. Questi, infatti, avrebbero contribuito attivamente all’attuazione dello schema di truffa nei confronti della casa di gioco della riviera ligure.
Uno schema messo a punto
Come abbiamo già accennato, il Consiglio di Amministrazione del Casinò di Sanremo ha proceduto con l’allontanamento dell’addetto alle carte del Punto Banco. L’accusa è quella di aver manomesso in modo impercettibile le carte da gioco del Punto Banco. Una pratica abbastanza diffusa, soprattutto negli anni passati e nei casinò degli Stati Uniti. Conosciamo ad esempio le vicende che hanno riguardato Atlantic City, in particolare il Borgata Casino.
La pratica denominata edge sorting è quella, ad esempio, in cui si è imbattuto anche un certo Phil Ivey. Il fuoriclasse del poker mondiale è finito al centro di una controversia proprio con i vertici del Borgata, i quali lo hanno accusato – senza girarci troppo intorno – di aver segnato le carte. Ma andiamo a vedere in cosa consiste questa versione “all’italiana” di quella che è una vera e propria truffa, per fortuna smascherata.
L’edge sorting all’italiana
Al Casinò di Sanremo, come possiamo leggere anche su Assopoker, gli addetti alla sicurezza avrebbero scoperto una specie di edge sorting. Le carte erano in effetti segnate, ma dopo una prima analisi si è scoperto che questi segni sulle carte non derivavano da un difetto di fabbricazione. Le prime accuse sono finite subito su un uomo di 57 anni, che secondo gli accusatori avrebbe segnato volontariamente le carte e le avrebbe rimesse nei mazzi.
L’obiettivo era abbastanza chiaro: mettere a segno una truffa ai tavoli di Punto Banco. Il tutto con la complicità di quattro clienti che si sarebbero accomodati ai tavoli in orari stabiliti, ovvero quando quei mazzi segnati erano in gioco. Alla fine la truffa stava per portare a un ammanco di ben 300.000 euro per le casse del Casinò. La Procura della Repubblica di Imperia indaga e sembrerebbe ormai vicina alla chiusura del caso.